Paride-Gorgi

Artisti

Paride Gorgi

“Cosa vuole dirci Paride con il suo lavoro? …Niente!”

Celebra la vita, attraverso un rituale di grande autoerotismo stilistico per nulla paranoico.
Dove la pittura non basta a ricamare atti d’amore Gorgi stucca, graffia, rigonfia la superficie animandola qua e là con piante carnivore, girini infiammati, cazzi marini, datteri, fette di mela, germogli di soia, provocanti porzioni di natiche, seni, vulve in una meravigliosa sospensione degna di un Beato Angelico.
Il pittore ci vuole rendere complici di un mondo ipervitale dove i richiami alle sfide o agli amplessi sono inevitabilmente belli e mai scomodi perché, ci suggerisce, non bisogna avere timore dei brutti e dei cattivi, semmai del silenzio dei nostri cuori o dei nostri appetiti.
In questa pittura non c’è rimorso o afflizione di alcun genere per il frutto colto nel giardino dell’eden perché il cibo, sia esso stesso simbolo o altro, va consumato, masticato, ingerito e possibilmente accompagnato da un buon vino offerto nel grande ricevimento a cui tutti noi siamo stati invitati: “la vita”.