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Le mele di Eva: due chiacchiere con la decoratrice Daniela Piotto

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando l’arte della ceramica incontra quella della pittura è subito magia.

Da questa unione nascono le mele della collezione Decor, un intreccio di tratti e colori tutti da scoprire.

La mela del desiderio è stata creata per dare la possibilità ad ogni artista di esprimere il suo universo attraverso pennellate e sfumature.

Un espediente innovativo per esplorare nuovi orizzonti stilistici e, allo stesso tempo, rendere unica ogni Eva.

Tra i tanti artisti che impreziosiscono le nostre mele c’è Daniela Piotto, un talento sempre in continua evoluzione.

Il suo percorso artistico è stato caratterizzato dallo studio delle tradizioni etniche e delle culture popolari, espresso nei suoi lavori con una sopraffina manualità ed eleganza nel gusto.

Più volte segnalata dalla stampa, ha focalizzato il suo stile verso un dialogo tra la grande tradizione dell’arte e la contemporaneità.

Abbiamo voluto intervistarla.

A voi Daniela Piotto.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”7395″ img_size=”large” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ciao Daniela.
Inizierei la nostra chiacchierata dall’origine. Com’è iniziata la tua avventura nel mondo dellarte?

La mia avventura è iniziata quando avevo quattordici anni.
Ero solo una bambina. Mia mamma mi diceva sempre che ero bravissima nel disegnare.

Era una passione che sentivo mia, un qualcosa che mi partiva da dentro, in modo naturale.
Ho dato ascolto alle mie sensazioni fino a dedicarmi totalmente al mondo della decorazione.
Da allora sono passati ormai tanti anni.

Ho conosciuto una donna in particolare che mi ha permesso di diventare ciò che sono oggi.

La ammiravo davvero tanto. Era così brava nella decorazione che mi son detta:

 

“Bellissimo! Devo essere così! Devo diventare brava come lei!”.

 

Quell’incontro mi ha segnata. Mi sono impegnata molto, ho dedicato tutte le mie energie, fino ad acquisire una sicurezza nella pennellata.

Adesso forse posso dire: “ce l’ho fatta!”.

Sono cresciuta molto nel corso degli anni, ma ho ancora molto da imparare.

 

A tal proposito.
C’è ancora una tecnica, un qualcosa che non hai ancora imparato o che ti piacerebbe imparare?

Non per ridurmi a una frase banale — ma, come dicevo poco fa, non si finisce mai di imparare.
Lo penso davvero.

Il mondo della ceramica è talmente vasto che non si può dire: “So tutto”.

Si tratta di una continua scoperta, sperimentazione, raggiungimento di risultati e soprattutto tanti fallimenti.
Forse sono questi ultimi che ci arricchiscono maggiormente.

Si possono applicare tantissime tecniche, tanti stili di decorazione. C’è l’imbarazzo della scelta.

Forse una vita intera non è sufficiente per avere la totale padronanza di questa meravigliosa arte.

Continuo ogni giorno a mettermi in discussione e a cercare di evolvermi per portare la mia arte ad un livello superiore.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”7404,7406,7408″ img_size=”large” onclick=”img_link_large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Hai seguito un percorso di studi per diventare una decoratrice?

Tutto ciò che so sulla pittura e sulla decorazione l’ho imparato sul campo.
Di laboratorio in laboratorio.

Ricordo ancora i miei esordi!

Da piccola, quando realizzavo delle pennellate non precise o quando sbagliavo, mi davano letteralmente le bacchettate sulle mani. A quei tempi l’educazione era davvero molto rigida.

Ne ho fatta tanta di strada!

Ho lavorato per vent’anni nella ditta Decoratori Bassanesi.
All’inizio eravamo solo io e i titolari.

Avevo numerose responsabilità, tra cui la gestione del forno: mi sentivo appagata.

Con il passare del tempo, l’organico si è allargato sempre di più dando vita ad un ambiente di lavoro molto stimolante, in cui non mancavano momenti di confronto e crescita.

È stata un’esperienza che mi ha dato tanto.

 

Hai iniziato subito a decorare la ceramica o hai sperimentato anche la pittura su tela?

Ho sempre lavorato sui materiali.
Mi piace molto il contatto con gli elementi, con la terra.

La mia tela è la ceramica.
È una tela inesauribile.

 

C’è un fil rouge che collega le tue opere?

Sicuramente l’Africa: è sempre stata con me.
Non so spiegarne il motivo, ma mi ha sempre affascinato.

Mi piacciono molto i colori, i motivi decorativi, le geometrie, le forme.
Semplicità e spontaneità.

Tutto è efficace e senza fronzoli. Mirano dritto al punto, all’essenziale.
Un po’ mi ci rivedo in questo.

Ho realizzato diversi lavori nel corso degli anni che custodisco gelosamente.
Opere semplici, in cui spiccano i motivi geometrici che richiamano l’Africa.

È stata un’evoluzione naturale.

Sono passata dal semi geometrico ad una pennellata molto più decisa, pur mantenendo fede a quegli elementi che catturano la mia attenzione.

Il pesce, ad esempio. Una decorazione che utilizzo spesso nei mie lavori, è una rielaborazione del tema africano. Un mix tra forme e colori.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”7411,7413″ img_size=”large” onclick=”img_link_large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ci sono state delle esperienze che ti hanno segnato durante il tuo percorso artistico?

C’è un’esperienza in particolare che ricordo spesso.
Tanti anni fa ho tenuto dei corsi nel carcere femminile a Venezia.

L’esperienza in carcere è dura, ti logora lentamente. Avere un contatto con l’esterno è un momento prezioso, quasi di festa.

Quando entravo, sembrava che arrivasse Dio.

Quelle donne avevano il bisogno di imparare qualcosa, non solo a livello manuale, come può essere la decorazione, ma soprattutto un qualcosa di umano.

È stato un percorso molto forte per me.

Mi ha arricchita molto, sia professionalmente che come persona.


Da qualche anno abbiamo intrapreso una bellissima collaborazione.
Quali sono le emozioni che hai provato?

Collaborare con Eva è stata quasi una rinascita.

Ci sono sempre nuovi stimoli, sempre nuovi lavori da creare, un mettersi in gioco costante e continuo.

Per un artista è una sfida da non lasciarsi scappare.

Questa è una passione che o ce l’hai o non ce l’hai.
Non l’ho mai mollata. Amo fare questo.

Grazie ad Eva ho la possibilità di esprimere me stessa, far conoscere la mia arte, aprire le porte del mio mondo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”7415″ img_size=”large” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]C’è un desiderio che vorresti realizzare?

Già questo è un sogno!
Il poter vivere d’arte, collaborare con Eva.

Mi piacerebbe forse essere un pò più conosciuta, ma in fondo forse è meglio così.
Sono una donna molto riservata, non amo mettermi in mostra o stare sotto i riflettori.

La mia arte parla per me.

Ho sempre vissuto con la sensazione che debbano essere gli altri ad accorgersi della mia persona, della mia arte.
Da una parte è bello, dall’altra no.

Passo le giornate qui nella mia stanzetta, nel mio laboratorio.

Metto in sottofondo Rai Radio 3 (mi piacciono molto i programmi culturali), prendo i miei pennelli, i miei colori e inizio ad esprimere me stessa decorando.

Quando incontro sulla mia strada persone che apprezzano il mio lavoro, il cuore si riempie di gioia.

Credo che per un artista, quando viene riconosciuto il valore dei propri lavori, del proprio stile, della propria arte, sia un momento magico da vivere fino infondo.

Con Eva è successo questo.
Raffaella e William hanno creduto in me.

Grazie a questa collaborazione posso raggiungere tante persone in Italia e non, decorando le mele del desiderio.

Pittura, decorazione e ceramica. Le mie passioni racchiuse in un oggetto di design.

Tutto questo è bellissimo.

Per questo vi sono infinitamente grata.

Grazie Daniela.
A presto![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]